clicca per il link a facebook

mercoledì 13 marzo 2013

Studi di Microzonazione Sismica (post I)



Nell’intero territorio nazionale sono in corso degli studi geologici detti Studi di Microzonazione Sismica (Studi MS). Se non ne avete sentito parlare ne sentirete a breve perché riguarderanno tutti i comuni d’Italia. Si tratta di determinare all’interno di un dato comune quali aree risultano omogenee dal punto di vista sismico. Ci sono aree stabili, aree stabili ma suscettibili di amplificazione sismica e infine aree instabili.
Proviamo ad entrare più in dettaglio facendo anche alcuni esempi.
I terremoti sono rotture della crosta terrestre (le cosiddette faglie) e della parte rigida del mantello che avvengono a varie profondità: da pochi km sotto la superficie terrestre fino a circa 800 km di profondità. Al verificarsi di una rottura, si propagano le onde sismiche fino alla superficie.
In superficie, in alcune aree, le onde sismiche possono essere amplificate mentre in altre possono essere smorzate. Nel primo caso registreremo maggiori danni agli edifici. Queste aree sono definite stabili ma suscettibili di amplificazione sismica.
In altre aree le rotture della crosta terreste possono arrivare a giorno, in superficie, producendo delle deformazioni permanenti del terreno. Queste faglie che affiorano in superficie si chiamano attive e capaci. Le aree comunali interessate da faglie attive e capaci saranno definite zone instabili.
Altro caso è quello delle aree interessate dal fenomeno della liquefazione delle sabbie sotto falda acquifera. A piccola scala, è quello che abbiamo visto in Emilia Romagna di recente. 

http://www.claudiarocchini.it/blog/wp-content/uploads/2012/06/7313838450_107ce6b7fe_o-Large.jpg


A grande scala, qui sotto.
Nei comuni costieri come il nostro si dovranno individuare “zone stabili”, “zone stabili ma suscettibili di amplificazione sismica” e l’eventuale presenza di “zone instabili”. Per quanto riguarda queste ultime, data la presenza di un’ampia pianura costiera, sabbiosa e sotto falda acquifera, il principale fenomeno da studiare è la liquefazione delle sabbie. Non sono presenti invece faglie attive e capaci, quelle rotture della crosta terrestre che si propagano fino alla superficie. 
Approfondiamo in un prossimo post.