In questo post di divulgazione scientifica abbiamo utilizzato dati del'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia provenienti da DISS e ISIDE:
© Basili R., G.
Valensise, P. Vannoli, P. Burrato, U. Fracassi, S. Mariano, M.M. Tiberti, E.
Boschi (2008), The Database of Individual Seismogenic Sources (DISS), version
3: summarizing 20 years of research on Italy's earthquake geology, Tectonophysics,
doi:10.1016/j.tecto.2007.04.014
© ISIDe Working Group (INGV, 2010), Italian Seismological Instrumental
and parametric database: http://iside.rm.ingv.it
Abbiamo detto, nel post precedente, che i terremoti
sono rotture della crosta terrestre (le cosiddette faglie) e della parte rigida
del mantello che avvengono a varie profondità. Alcune faglie possono arrivare a
giorno, in superficie, producendo delle deformazioni permanenti del terreno.
Queste faglie che affiorano in superficie si chiamano attive e capaci.
Attive perchè producono onde sismiche; Capaci perchè in
grado di affiorare in superficie.
Dando uno sguardo al nostro comune e ai comuni
costieri limitrofi ricaviamo che non abbiamo problemi di faglie attive e
capaci. Questo perché nel nostro sottosuolo le faglie attive si trovano in
profondità ( a circa 25 km di profondità) e allo stato attuale non riusciranno
mai ad arrivare in superficie. Meglio così naturalmente!
Diamo un'occhiata ai
recenti terremoti, quelli che noi non riusciamo a sentire ma che le strumentazioni geofisiche
ascoltano ogni giorno.
Abbiamo posto una query al software ISIDE dell’Istituto
Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) del tipo: “ricerca tutti i
terremoti di magnitudo superiore a 2.0 accaduti nel periodo che va da dicembre
2012 all’11 marzo 2013 nell’area del cerchio di raggio 20 km centrato su San
Benedetto del Tronto”.
Da questa query viene fuori
che in questo periodo sono occorsi 12 terremoti di bassa magnitudo posti alla profondità uguale o poco superiore a 25 km.
Dove sono localizzati?
Guardiamo i
pallini verdi. Si riconoscono due gruppi principali: uno (pallini + stella)
posto sotto Offida, l’altro posto sotto Tortoreto Alto. Poi c’è un evento
singolo a metà strada tra le due località posto al di sotto di
Monteprandone.
In che
ordine sono avvenuti?
Cosa possiamo ricavare?
Innanzitutto che gli ultimi
eventi sismici ricadono esattamente all’interno delle due fasce sismogenetiche
dette SOUTHERN MARCHE OFFSHORE e SOUTHERN MARCHE. Questo rafforza la presenza e
ubicazione delle suddette fasce.
Poi però c’è un dato
contrastante che ci indica che gli ultimi terremoti sono avvenuti alla
profondità di circa 25 km
e quindi in una fascia più profonda rispetto a quella attesa di 3÷6.5 km o 3÷9
km.
Un po’ di tempo fa’ avevamo
introdotto queste faglie parlando delle fasce sismogenetiche denominate SOUTHERN
MARCHE OFFSHORE e SOUTHERN MARCHE. Facciamo un riepilogo delle informazioni
tratte.
Per quanto riguarda la fascia
sismogenetica SOUTHERN MARCHE OFFSHORE:
Per quanto riguarda la fascia
sismogenetica SOUTHERN MARCHE:
Infine si vuole mettere in
evidenza come lo stress tettonico migra nel tempo e in questo caso migra dalla
sorgente sismogenetica SOUTHERN MARCHE alla SOUTHERN MARCHE OFFSHORE nel giro
di poche settimane.
Non a caso in un post
precedente avevamo indicato che: "... lo stato di tensione e
deformazione crostale sono in evoluzione ed è per questo fondamentale fare
ricerca, confrontarsi, tenere conto delle conoscenze e applicazioni
tecnologiche dei ricercatori di altri paesi."
Detto questo ribadiamo come
allo stato attuale non sia possibile prevedere l’esatto momento in cui avverrà
un terremoto forte. E che il miglior modo di proteggere le persone è di
costruire secondo le attuali norme di costruzione antisismiche. Fatto salvo
queste cose, i terremoti sono del tutto naturali.
http://it.wikipedia.org/wiki/Scala_Richter |
La tabella sopra indica la
frequenza di accadimento dei terremoti di diversa magnitudo. Tanto per fare un
esempio: nel mondo, di terremoti di magnitudo 2.0 ne avvengono 1000 al giorno.