Nel corso della XVI legislatura, il
Parlamento Italiano ha approvato la legge 130/2011 intitolata "Conversione in legge, con modificazioni, del
decreto-legge 12 luglio 2011, n. 107, recante proroga degli interventi di
cooperazione allo sviluppo e a sostegno dei processi di pace e di
stabilizzazione, nonché delle missioni internazionali delle Forze armate e di
polizia e disposizioni per l'attuazione delle Risoluzioni 1970 (2011) e 1973
(2011) adottate dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Misure urgenti
antipirateria".
L’articolo
5 della legge 130/2011 tratta di “Ulteriori misure di contrasto alla pirateria”. Ecco
un estratto: “Il Ministero della difesa,
…, puo' stipulare con l'armatoria privata italiana
… convenzioni per la protezione delle navi battenti bandiera
italiana in transito negli spazi marittimi
internazionali a rischio di pirateria …, mediante
l'imbarco, a richiesta e con oneri a carico degli
armatori, di Nuclei militari di protezione (NMP) della Marina, che puo'
avvalersi anche di personale delle altre Forze armate, e del relativo
armamento previsto per l'espletamento del servizio.”
Quelle che è emerso è che i marò salgono
a bordo delle navi mercantili per proteggerle dagli attacchi dei pirati nell'area
del Golfo di Aden e dell'Oceano Indiano ma in caso di incidenti
come quello capitato alla Enrica Lexie il comando militare è sottoposto al
capitano dell’imbarcazione e in definitiva all’armatore. In pratica, se si verificano degli imprevisti, dei civili
comandano dei militari. Armatori comandano militari.
Questa legge ha dei vuoti enormi. E naturalmente i parlamentari lo sanno e alcuni di loro lo hanno detto ai giornalisti, pubblicamente.
Ecco i firmatari della legge 130/2011.
http://leg16.senato.it/leg/16/BGT/Schede_v3/Ddliter/votazioni/588_1.htm
Cosa ci si aspetta in futuro? Siccome ci
sono molti militari che proteggono ogni giorno una nave mercantile ma che in
caso di incidenti devono rispondere del potere di comando di un armatore e la
cosa ha già creato tanti problemi al rapporto India-Italia ci si aspetta una sostanziale modifica della legge.
1) o
i militari sono sostituiti da contractors come avviene per le imbarcazione di
altre nazioni europee
2) o il comando, in caso di necessità, passa ai militari a
bordo o al governo italiano in carica.
La decisione di invertire rotta e approdare la deve prendere o il militare a bordo o il governo italiano in carica e non l'armatore. Oppure la prende l'armatore ma a bordo ci mette dei contractors.
A questo pasticcio normativo si aggiunge
la triste vicenda che va ormai avanti dal 15 febbraio 2012. Speriamo in un rapido accordo tra
India-Italia per il ritorno dei due marò e per il proseguimento dei buoni rapporti commerciali.