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mercoledì 27 marzo 2013

Due righe sulla vicenda dei marò



Nel corso della XVI legislatura, il Parlamento Italiano ha approvato la legge 130/2011 intitolata "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 12 luglio 2011, n. 107, recante proroga degli interventi di cooperazione allo sviluppo e a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, nonché delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia e disposizioni per l'attuazione delle Risoluzioni 1970 (2011) e 1973 (2011) adottate dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Misure urgenti antipirateria".
L’articolo 5 della legge 130/2011 tratta di “Ulteriori misure di contrasto alla pirateria”. Ecco un estratto: Il  Ministero  della  difesa,   …,  puo' stipulare con l'armatoria  privata  italiana  …   convenzioni per la protezione delle navi battenti  bandiera  italiana in  transito  negli  spazi  marittimi  internazionali  a  rischio  di pirateria …, mediante l'imbarco,  a  richiesta  e  con oneri a carico degli armatori, di Nuclei militari di protezione (NMP) della Marina, che puo' avvalersi anche di personale delle altre Forze armate, e del relativo  armamento  previsto  per  l'espletamento  del servizio.

Quelle che è emerso è che i marò salgono a bordo delle navi mercantili per proteggerle dagli attacchi dei pirati nell'area del Golfo di  Aden  e dell'Oceano Indiano ma in caso di incidenti come quello capitato alla Enrica Lexie il comando militare è sottoposto al capitano dell’imbarcazione e in definitiva all’armatore. In pratica, se si verificano degli imprevisti, dei civili comandano dei militari. Armatori comandano militari. 

Questa legge ha dei vuoti  enormi. E naturalmente i parlamentari lo sanno e alcuni di loro lo hanno detto ai giornalisti, pubblicamente.

Ecco i firmatari della legge 130/2011.
http://leg16.senato.it/leg/16/BGT/Schede_v3/Ddliter/votazioni/588_1.htm

Cosa ci si aspetta in futuro? Siccome ci sono molti militari che proteggono ogni giorno una nave mercantile ma che in caso di incidenti devono rispondere del potere di comando di un armatore e la cosa ha già creato tanti problemi al rapporto India-Italia ci si aspetta una sostanziale modifica della legge.
1) o i militari sono sostituiti da contractors come avviene per le imbarcazione di altre nazioni europee 
2) o il comando, in caso di necessità, passa ai militari a bordo o al governo italiano in carica. 

La decisione di invertire rotta e approdare la deve prendere o il militare a bordo o il governo italiano in carica e non l'armatore. Oppure la prende l'armatore ma a bordo ci mette dei contractors.

A questo pasticcio normativo si aggiunge la triste vicenda che va ormai avanti dal 15 febbraio 2012. Speriamo in un rapido accordo tra India-Italia per il ritorno dei due marò e per il proseguimento dei buoni rapporti commerciali.