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Dopo Mettendo a fuoco OPERA
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Dopo Mettendo a fuoco OPERA
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Neutrino, 'Serviva maggiore prudenza'
Parla il direttore del Laboratorio del Gran Sasso
Diciamo la verità: siamo rimasti tutti un po’ male per la vicenda del neutrino. E non tanto perché il neutrino, non viaggia più veloce della luce, almeno per il momento non ne abbiamo contezza, quanto per la delusione provata rispetto all’entusiasmo che a settembre accompagnò l’annuncio, dietro al quale, come spesso è accaduto nella storia delle grandi scoperte scientifiche, c’era un italiano, il professore Antonio Ereditato, figlio di quella scuola di scienza partenopea, così proficua di menti eccelse e risultati sensazionali.
Ma bisogna riconoscere a Ereditato la grande prudenza con la quale presentò la “misura choc”, il neutrino che si muove cioè a una velocità superiore a quella della luce. A tutti disse “aspettiamo le verifiche” prima di fare proclami. Ma già era partita la giostra delle ipotesi: Einstein è superato? Come sostituire la teoria della Relatività? Ci sono altre dimensioni oltre quelle spazio-temporali? Ora si può viaggiare nel tempo?
Ma bisogna riconoscere a Ereditato la grande prudenza con la quale presentò la “misura choc”, il neutrino che si muove cioè a una velocità superiore a quella della luce. A tutti disse “aspettiamo le verifiche” prima di fare proclami. Ma già era partita la giostra delle ipotesi: Einstein è superato? Come sostituire la teoria della Relatività? Ci sono altre dimensioni oltre quelle spazio-temporali? Ora si può viaggiare nel tempo?
Niente di tutto ciò. Siamo tornati “ab origine”. All’esperimento “Opera”, diretto proprio dal professor Ereditato, in corso nei tunnel sotterranei del Laboratorio del Gran Sasso, che in effetti doveva studiare, cosa che ha continuato e continuerà a fare, l’”oscillazione” dei neutrini (la loro trasformazione da un tipo a un altro, ndr) prodotti negli acceleratori del Cern di Ginevra, da qui sparati per circa 730 km attraverso la roccia fin sotto l’Appennino abruzzese. E invece, a un certo punto, Opera ha registrato quella avveniristica misurazione. Poi la rettifica. Abbiamo raggiunto il direttore del Laboratorio del Gran Sasso, Lucia Votano, per conoscere la sua opinione su questa vicenda.
Una brutta figura per l’Italia? Diciamo che intanto non capisco perché la brutta figura l’avrebbe fatta l’Italia. Opera è una collaborazione internazionale. Il capo di Opera viene da un istituto svizzero. Il malfunzionamento di un apparato non si può attribuire al Laboratorio, quindi non capisco per quale motivo si dovrebbe parlare di una cattiva figura dell’Italia.
Una brutta figura per l’Italia? Diciamo che intanto non capisco perché la brutta figura l’avrebbe fatta l’Italia. Opera è una collaborazione internazionale. Il capo di Opera viene da un istituto svizzero. Il malfunzionamento di un apparato non si può attribuire al Laboratorio, quindi non capisco per quale motivo si dovrebbe parlare di una cattiva figura dell’Italia.
E non è nemmeno un passo falso per la scienza? Se un appunto si può fare è che forse sarebbe stato più opportuno aspettare ulteriori verifiche prima di uscire con il risultato. Ci sarebbe voluta una maggiore prudenza, questo sì. Ma è facile dirlo ora con il senno di poi.
Insomma l’errore non c’è stato, per il professore Ereditato. C’è stato invece un malfunzionamento di uno degli apparati di Opera. Dove? Al Cern di Ginevra o al Gran Sasso? Nell’esperimento Opera, quindi all’interno del Laboratorio del Gran Sasso.
Il problema dove era esattamente?E’ stata scoperta una causa di malfunzionamento nella scheda di acquisizione del segnale ottico che trasmette il dato temporale proveniente dal GPS, scheda che è parte dell’esperimento Opera. Questo malfunzionamento potrebbe spiegare quell’anticipo di velocità che è stato registrato. Comunque a me non piace l’affermazione “non c’è stato un errore”. Non è appropriata.
Ma Ereditato dice che il team di ricercatori non ha commesso sbagli, errori, c’è solo stato un malfunzionamento di uno degli apparati. Dipende da cosa si intende per “fare un errore”. Il malfunzionamento non è colpa di nessuno. Ecco, forse in questo senso.
Forse andava verificato prima il corretto funzionamento degli apparati di Opera? Diciamo che questa verifica è stata fatta purtroppo solo adesso, ecco.
Forse andava verificato prima il corretto funzionamento degli apparati di Opera? Diciamo che questa verifica è stata fatta purtroppo solo adesso, ecco.
Lei dice, in pratica, ci potevano pensare prima. No. Non mi porti a dire cose che non voglio dire. Diciamo che questa è stata provata solo recentemente.
Il progetto Opera a chi risponde? Alla collaborazione internazionale, cioè all’insieme degli istituti universitari o di ricerca, in tutto 190 persone, che vengono dall’Italia, dal Giappone da Germania, Francia, Turchia, etc., come abbiamo sempre detto.
Quindi non c’è un responsabile? Il responsabile in questo momento è Antonio Ereditato.
A chi spetta la manutenzione degli apparati di Opera? Ogni progetto ha il suo apparato sperimentale e ne è responsabile.
Quindi Ereditato è il responsabile anche del funzionamento degli apparati, che si trovano al Laboratorio del Gran Sasso? Pensavo che ci fosse un équipe al Gran Sasso, visto che Ereditato sta per lo più a Ginevra. Ripeto, ogni esperimento, frutto di una collaborazione internazionale, è responsabile del suo apparato sperimentale. La collaborazione internazionale si occupa di tutto dal progetto, alla sua costruzione, fino all’analisi dei risultati. Ovviamente ha una sua struttura di “governance”: uno “spokesman” e un “collaboration board”, una sorta di “parlamento”, in cui ogni istituzione od università che contribuisce a quell’esperimento ha almeno un rappresentante.
Ad ogni modo, Ereditato ha detto, mi sembra, che o la “macchina” si aggiusta o se ne considera il malfunzionamento, comunque la misurazione va ripetuta. Ma certo. Il malfunzionamento si sistema. A questo punto, sia Opera, sia altri esperimenti sempre in corso al Gran Sasso, come Icarus e Borexino, rifaranno tutti insieme la misura della velocità del neutrino. Attenzione, insieme, ma in modo indipendente.
Certo, è molto entusiasmante essere il direttore di un Laboratorio che è teatro di grandi annunci. E nella scienza, in effetti, ci possono stare anche le smentite, le correzioni in corso d’opera. Fa parte del mestiere.
Mi scusi, ma dal tono mi sembra che lei non dia molta importanza alla velocità del neutrino, come se si attendesse novità invece da un altro esperimento. No, mi scusi, chiarisco. Prima di tutto, lo scopo dell’esperimento Opera non era quello della misurazione della velocità del neutrino. Però attenzione il neutrino, che si studia in vari esperimenti, è uno degli argomenti principali di studio nel Laboratorio del Gran Sasso. Chiaro che, se la misura fosse stata confermata, sarebbe stata una cosa eccezionale, che avrebbe sconvolto il modo di vedere la Fisica, lo spazio-tempo, eccetera. Certo che se invece quel malfunzionamento era la causa dell’anomalia registrata e se adesso che si ripeteranno le misure sarà certo che non c’è stato nessun sconvolgimento, ma che il neutrino viaggia alla velocità in cui si è sempre creduto che dovesse viaggiare, prosegue il programma del Laboratorio del Gran Sasso, che è già ricchissimo. Cioè, ripeto, se quella misura fosse stata confermata, avrebbe oscurato l’importanza di tutti gli altri esperimenti, perché sarebbe stata veramente sconvolgente.