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venerdì 28 ottobre 2011

RISCHIO IDROGEOLOGICO: LE ALLUVIONI.

A pochi giorni dall’inaugurazione del nuovo ponte sulla SS16, lontano da noi, in piccoli paesi della Liguria e della Toscana si è verificato un evento meteorologico che ha letteralmente spazzato via la quotidianità di migliaia di persone.
Esprimendo il nostro dispiacere per i famigliari delle vittime ed in generale per tutti coloro che hanno visto la loro vita drasticamente cambiata da questo evento, vogliamo comunque evidenziare le immagini positive che stiamo ricevendo dalle cronache dell'accaduto, in modo che la speranza non possa mai andare persa; ci riferiamo soprattutto ai tanti volontari che si stanno prodigando per aiutare quanto possibile le vittime.
Ed ora, per tener fede alla nostra "vocazione scientifica" presentiamo alcuni dati per capire meglio il fenomeno, tratti dal sito dell’AGENZIA REGIONALE PER LA PROTEZIONE DELL'AMBIENTE LIGURE.
Il 25 ottobre, in una zona estesa 1460 kmq, in sole 6 ore, sono caduti 520 mm di pioggia per metro quadrato. Insomma uno strato di acqua di mezzo metro in sole 6 ore. Un terzo delle piogge che cadono nel corso nell’anno in quelle zone della Liguria e Toscana. Tanto per intendersi sulle dimensioni dell’area coinvolta, il comune di Martinsicuro ricopre circa 12 km quadrati di territorio. Altro confronto: consideriamo il fiume Tronto; se in una ampia porzione del suo bacino idrografico cadono 300-400 mm di pioggia in 6 ore, entra in crisi. Nell’alluvione del 1992, per esempio, nell’area di San Vito sono caduti 258 mm in un giorno. Mentre in altre aree è piovuto meno.

 Questo fatto, pur lontano da noi, ci accomuna tutti perché il rischio idrogeologico legato alle alluvioni dei torrenti e fiumi interessa tutta l’Italia. Insomma, sembra che le piogge intense e abbondanti siano sempre più frequenti alle nostre latitudini e l’unico metodo per salvaguardare quanto di più caro abbiamo è attuare una manutenzione del territorio. Il territorio italiano ha bisogno di manutenzione programmata e costante e non di interventi spot, post-alluvione. "Prevenire è meglio che curare", ricordate? Spendere soldi in manutenzione significa salvare vite umane e, cosa che sembra importare parecchio alle istituzioni, risparmiare soldi. Quindi grande merito va a tutti coloro che hanno programmato gli interventi sul fiume Tronto. Come già detto in un altro post, una volta finiti i lavori, ci saranno altri interventi da fare a monte. Molto dovrà essere fatto per liberare le sezioni di deflusso del Tronto dall’eccessiva vegetazione o per sistemare i fossi minori affluenti.
Occorre però un cambio di mentalità. Anche perché o questo cambio avviene dopo averci ragionato su oppure avviene dopo una serie di catastrofi idrogeologiche. A noi la scelta.
Da noi per esempio, gli interventi oggi in fase di realizzazione sono stati programmati dall’Autorità di Bacino Interregionale del Fiume Tronto e dalla provincia di Teramo e di Ascoli Piceno. Nel 1992, anno dell'alluvione del fiume Tronto, le provincie esistevano ma non l’Autorità di Bacino. Nella “Relazione generale” del PIANO STRALCIO DI BACINO PER L’ASSETTO IDROGEOLOGICO DEL FIUME TRONTO si legge “Uno degli eventi che ha segnato la storia del fiume Tronto, è senza dubbio l’alluvione dell’Aprile del 1992, che accelerò l’attuazione della legge 183/89 che prevedeva la costituzione delle Autorità di Bacino.” Le Autorità di Bacino, tra le funzioni che hanno, perimetrano le aree alluvionabili e pongono vincoli di edificazione; raccolgono dati sul sistema fiuviale come la relazione pioggia-altezza onda di piena; co-programmano gli interventi di messa in sicurezza quali ponti, argini.
Solo tornando al fiume Tronto abbiamo notizie di alluvioni importanti nei seguenti anni: 1898, 1929, anni ’50, anni ’70, 1992, marzo 2011.
Tanto per fare un esempio, nel mese di marzo 2011 il nuovo ponte, allora ancora non inaugurato, si presentava in questa veste:
 Veste che potete paragonare con quest’altra.

Dopo il passaggio dell’alluvione, altre zone fluviali si presentavano così:



Nulla di paragonabile al 1992 naturalmente. Tuttavia, ancora oggi, in giro per la provincia di Teramo e di Ascoli Piceno molte strade sono interrotte per ponti crollati a causa di altri corsi di acqua e lo stesso fiume Tronto ha bisogno di lavori in aree poste a monte del ponte della SS16. Insomma, MANUTENZIONE.